My thoughts were now wholly employed about securing myself against either savages, if any should appear, or wild beasts, if any were in the island; and I had many thoughts of the method how to do this, and what kind of dwelling to make, whether I should make me a cave in the earth, or a tent upon the earth; and, in short, I resolved upon both, the manner and description of which it may not be improper to give an account of.
I soon found the place I was in was not for my settlement, particularly because it was upon a low moorish ground near the sea, and I believed would not be wholesome; and more particularly because there was no fresh water near it. So I resolved to find a more healthy and more convenient spot of ground.
I consulted several things in my situation, which I found would be proper for me. First, health and fresh water, I just now mentioned. Secondly, shelter from the heat of the sun. Thirdly security from ravenous creatures, whether men or beasts. Fourthly, a view to the sea, that if God sent any ship in sight I might not lose any advantage for my deliverance, of which I was not willing to banish all my expectation yet.
In search of a place proper for this, I found a little plain on the side of a rising hill, whose front towards this little plain was steep as a house-side, so that nothing could come down upon me from the top; on the side of this rock there was a hollow place, worn a little way in, like the entrance or door of a cave; but there was not really any cave, or way into the rock at all.
On the flat of the green, just before this hollow place, I resolved to pitch my tent. This plain was not above a hundred yards broad, and about twice as long, and lay like a green before my door, and at the end of it descended irregularly every way down into the low grounds by the seaside. It was on the NNW. side of the hill, so that I was sheltered from the heat every day, till it came to a W. and by S. sun, or thereabouts, which in those countries is near setting.
Before I set up my tent, I drew a half circle before the hollow place, which took in about ten yards in its semi-diameter from the rock, and twenty yards in its diameter from its beginning and ending. In this half circle I pitched two rows of strong stakes, driving them into the ground till they stood very firm like piles, the biggest end being out of the ground about five feet and a half, and sharpened on the top. The two rows did not stand above six inches from one another.
Then I took the pieces of cable which I had cut in the ship, and laid them in rows one upon another, within the circle, between these two rows of stakes, up to the top, placing other stakes in the inside leaning against them, about two feet and a half high, like a spur to a post; and this fence was so strong that neither man or beast could get into it, or over it. This cost me a great deal of time and labor, especially to cut the piles in the woods, bring them to the place, and drive them into the earth.
The entrance into this place I made to be not by a door, but by a short ladder to go over the top; which ladder, when I was in, I lifted over after me, and so I was completely fenced in, and fortified, as I thought, from all the world, and consequently slept secure in the night, which otherwise I could not have done; though as it appeared afterward, there was no need of all this caution from the enemies that I apprehended danger from.
Tutti i miei pensieri erano ora rivolti a mettermi al sicuro dai selvaggi (se ne fossero comparsi) o dalle bestie feroci, se ce n'erano nell'isola; e riflettei a lungo sul come riuscirvi, e sul tipo di abitazione da costruire, se scavare una grotta nel terreno, o fabbricarmi una baracca; e, a farla breve, decisi di fare l'una e l'altra e forse sarà opportuno darne una descrizione. Mi resi conto ben presto che il posto in cui mi trovavo non era adatto a una abitazione, specialmente perché era un terreno basso e paludoso, vicino al mare e mi pareva poco salubre, e, soprattutto, perché non c'era acqua dolce nelle vicinanze: per cui, decisi di cercare un punto più sano e più conveniente. Pensai a parecchie cose che, nella mia situazione, mi avrebbero fatto comodo: primo, posizione salubre e acqua dolce, come ho appena detto; secondo, riparo dal calore del sole; terzo, protezione da animali famelici, bestie o uomini che fossero; quarto, vista sul mare, perché, nel caso che Dio mi avesse mandato una nave di passaggio, non avrei voluto lasciarmi sfuggire l'occasione di mettermi in salvo; speranza a cui non volevo ancora rinunziare. Cercando il luogo adatto, trovai un piccolo ripiano sul fianco di una collina; da quel piccolo ripiano, si alzava una parete scoscesa e dritta come il muro di una casa, per cui nessuno avrebbe potuto darmi addosso dalla cima; da un lato di quella parete di roccia, c'era una cavità rientrante come una porta o l'ingresso di una grotta; ma, in realtà, non era né una grotta, né un passaggio nella roccia. Sul prato pianeggiante, proprio davanti a quella cavità, decisi di piantare la tenda. Il ripiano, che non era più largo di un centinaio di metri e lungo circa il doppio, si estendeva come un praticello davanti alla mia porta e, dai due lati, scendeva con un pendio irregolare fino alla riva del mare. Si trovava sul fianco nord-nord-ovest della collina, in modo che era sempre al riparo dal caldo, finché il sole girava a sud- ovest o press'a poco; dove all'incirca, in quei paesi, si compie il tramonto. Prima di piantare la tenda, tracciai davanti alla cavità un semicerchio di dieci metri circa di raggio, a partire dalla roccia, e venti di diametro, da un capo all'altro, in lunghezza. In quel semicerchio, conficcai due file di paletti robusti, piantandoli nel terreno in modo che restassero solidi come pilastri, con l'estremità più grossa verso l'alto; sporgevano dalla terra per quasi cinque piedi e mezzo ed erano appuntiti in cima. Le due file erano a non più di sei pollici di distanza l'una dall'altra. Presi allora i pezzi dei cavi della nave che avevo tagliato e li tesi uno sopra l'altro, all'interno del cerchio, fra le due file di pali, fino alla cima, e, appoggiati ai cavi, misi (nell'interno) altri pali, alti circa due piedi e mezzo, come il bastione di un forte; e questa palizzata risultò talmente robusta, che né uomo né bestia avrebbe potuto penetrarvi, né scalarla. Mi costò moltissima fatica, specialmente per tagliare i pali nel bosco, trasportarli sul posto e ficcarli nel terreno. Per entrare non passavo da una porta, ma raggiungevo la cima con una scaletta a pioli che poi ritiravo, una volta entrato. E così, ero completamente barricato e fortificato, secondo me, contro il mondo intero e, di conseguenza, la notte dormivo tranquillamente, cosa che altrimenti non avrei potuto fare, sebbene, come si vide in seguito, non ci fosse bisogno di tante precauzioni contro i nemici da cui mi credevo minacciato.